Passare alla versione a basse emissioni di carbonio

La Cina raggiunge una svolta nella ricerca sulla fusione nucleare

12 marzo 2025
da parte dello staff di CSN

La Cina ha raggiunto un importante traguardo nella ricerca sulla fusione nucleare con l'impianto Experimental Advanced Superconducting Tokamak (EAST), raggiungendo una temperatura sostenuta di 100 milioni di gradi Celsius.

Questa pietra miliare rappresenta un progresso sostanziale nella ricerca globale di energia pulita, avvicinando l'umanità a replicare la produzione di energia del Sole sulla Terra. Le potenziali implicazioni per la produzione di energia potrebbero essere vaste, poiché la fusione nucleare promette un'elettricità illimitata e priva di carbonio.

EAST, situato a Hefei, nella provincia di Anhui, è un reattore sperimentale progettato per imitare il processo di fusione nucleare che avviene nel Sole. A differenza della fissione nucleare, che genera energia dividendo gli atomi, la fusione combina i nuclei di idrogeno in condizioni di calore e pressione estremi per rilasciare una notevole energia senza produrre emissioni di carbonio o scorie radioattive a lunga vita. L'enfasi della Cina sulla ricerca sulla fusione nucleare fa parte di una più ampia iniziativa per sviluppare risorse energetiche sostenibili in alternativa ai combustibili fossili.

L'importanza di raggiungere i 100 milioni di gradi Celsius non può essere sottovalutata. Affinché la fusione nucleare abbia luogo, gli atomi di idrogeno devono essere riscaldati a questa temperatura estrema, che è diverse volte più calda del nucleo del Sole. A queste temperature si genera il plasma, una forma surriscaldata di materia che permette ai nuclei atomici di scontrarsi e fondersi, con conseguente rilascio di grande energia. Storicamente, anche se gli esperimenti hanno raggiunto queste temperature, mantenerle per periodi prolungati si è rivelata una sfida significativa. Il recente successo della Cina mostra un passo importante verso il raggiungimento della stabilità, fondamentale per lo sviluppo di reattori a fusione funzionali.

Nel panorama competitivo della ricerca sulla fusione, EAST della Cina è in prima linea, ma non è l'unico. Altri progetti degni di nota sono ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), una partnership globale con sede in Francia, che è pronta a raggiungere il suo primo plasma nel 2030. Anche il Joint European Torus (JET) nel Regno Unito è stato influente nella ricerca sulla fusione, stabilendo di recente un record con una generazione sostenuta di 59 megajoule di energia da fusione. Inoltre, SPARC, un'iniziativa privata del MIT e del Commonwealth Fusion Systems negli Stati Uniti, mira a sviluppare un reattore a fusione compatto utilizzando magneti superconduttori avanzati.

Nonostante i progressi compiuti da EAST, rimangono numerose sfide da affrontare nel percorso verso la fusione nucleare commerciale. Tra questi ostacoli vi è la necessità di sostenere le reazioni del plasma per una durata maggiore, di raggiungere il pareggio energetico e di sviluppare materiali in grado di resistere alle condizioni estreme del reattore.

Per far progredire ulteriormente le sue capacità di fusione nucleare, la Cina sta anche sviluppando il China Fusion Engineering Test Reactor (CFETR), che dovrebbe facilitare una maggiore durata del plasma e portare alla generazione di elettricità.

Il risultato ottenuto dall'EAST cinese intensifica la corsa globale alla realizzazione della fusione nucleare commerciale, soprattutto in considerazione delle preoccupazioni legate al cambiamento climatico e alla crescente domanda di energia. La tecnologia della fusione rappresenta il potenziale per fornire una fonte di energia sicura, illimitata e senza emissioni. Il successo di qualsiasi nazione nel rendere la fusione commercialmente praticabile potrebbe innescare un cambiamento rivoluzionario nella generazione di energia, influenzando non solo il modo in cui le case e le industrie sono alimentate, ma anche estendendosi alle applicazioni nell'esplorazione spaziale.